28 April 2025

È vero che se mi separo non vedrò più i miei figli?

Assolutamente no.   Con la legge n. 54/2006 è stato introdotto il principio della “bigenitorialità” che si estrinseca mediante l’affidamento condiviso dei figli. A differenza di quanto accadeva prima della riforma, ove vigeva invece il principio dell’affidamento esclusivo, ora la patria potestà viene di regola esercitata congiuntamente dai genitori, i quali continueranno ad assumere di comune accordo le decisioni più importanti da affrontare nell’interesse dei figli (scelte afferenti l’istruzione, trattamenti sanitari, scelte religiose, etc) tenendo in debita considerazione le capacità, inclinazioni ed aspirazioni dei figli. Ciò presuppone che nessuno dei due genitori possa essere escluso dalla vita del figlio, dovendo ciascun genitore interessarsi della vita del figlio e parteciparvi per poter esprimere consapevolmente il proprio consenso o meno rispetto alle scelte e decisioni che vi siano da prendere di volta in volta.

La modalità di collocamento dei figli è un aspetto cruciale dell'affido condiviso. Il giudice, nel determinare le modalità di collocamento, tiene conto di vari fattori, tra cui l'età dei figli, le loro esigenze affettive, educative e di salute, nonché la disponibilità dei genitori a collaborare e a mantenere un rapporto sereno.

Nella pratica, il collocamento dei figli può avvenire secondo diverse modalità. La più comune è il collocamento prevalente presso uno dei due genitori, e il diritto per l'altro genitore di visita regolamentato. Questo tipo di soluzione viene spesso adottato quando la distanza tra le abitazioni dei genitori, ovvero gli impegni di lavoro dell'uno o dell'altro, o altri fattori ancora non permettono una gestione equilibrata del tempo.

Tuttavia, negli ultimi anni è sempre più diffuso il cosiddetto "collocamento alternato", anche alla luce del recente orientamento giurisprudenziale, dove i figli trascorrono periodi di tempo equivalenti con ciascun genitore, magari alternando settimane o giorni della settimana.

Un elemento fondamentale per il buon funzionamento dell'affido condiviso e del collocamento dei figli è la capacità dei genitori di comunicare e collaborare. Infatti il conflitto tra i genitori può avere effetti decisamente negativi sul benessere dei figli, rendendo difficile l'applicazione pratica dell'affido condiviso.

Pertanto, in caso di contrasto tra i genitori sul regime di affido oppure sul collocamento dei figli, il giudice dovrà valutare in primis la capacità dei genitori di mantenere un dialogo costruttivo e di mettere da parte le divergenze personali per il bene dei figli, applicando di volta in volta il regime che sia maggiormente rispondente all’interesse dei figli.

Studio legale avv. Elisa Gaiani
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